Scicli
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Scicli, 8 ottobre 2020 — C'era molta attesa lo scorso 3 ottobre intorno a uno degli eventi culturali più importanti degli ultimi anni a Scicli: l'apertura al pubblico, e la conseguente fruizione culturale, di Palazzo Beneventano e, come auspicato dai membri di Tanit Scicli, l'evento, avvenuto in occasione della prima giornata dell'edizione 2020 de Le Vie dei Tesori, è stata un grandissimo successo.

Il Palazzo Beneventano, infatti, è stata la graditissima novità del Festival che coinvolge in tutta la Sicilia centinaia di siti culturali ed ha fatto da traino a tutta la città insieme ad altri siti storici come il “Commissariato di Vigata”, la Stanza del Sindaco dei Film di “Montalbano” e l'Antica Farmacia Cartia, anch'essa gestita dall'Associazione Culturale Tanit Scicli, fautrice dell'apertura dello storico palazzo sciclitano Patrimonio dell'Umanità UNESCO, con l'appoggio dell'Amministrazione Comunale e il consenso prezioso delle famiglie Sgarlata e Piccione, proprietarie dell'immobile. 

Grande era in città l'attesa, dicevamo, ripagata dalle centinaia di visite alle stanze preziose di affreschi, stucchi e pavimenti originali, allestite da Tanit Scicli con testimonianze della vita di due fra gli ultimi Beneventano vissuti a palazzo: Agostino, a capo del comitato segreto rivoluzionario a Scicli nel 1848 e nel 1859, e Giuseppe Federico, baritono di fama mondiale durante l'ottocento; a questo si sono aggiunte notizie sul blasone e la famiglia che, grazie alla scoperta della struttura e ai sui locali come la cucina e l'alcova, oltre agli splendidi affacci dai balconi barocchi rinomati in tutto il mondo, hanno reso davvero unica la visita di curiosi e viaggiatori.

 

10, 11, 17 e 18 ottobre sono ancora giorni validi per chi non ha avuto ancora la possibilità di visitare Palazzo Beneventano: Tanit Scicli vi aspetta per farvi vivere un'esperienza unica.

Sono consigliate le prenotazioni presso www.leviedeitesori.com

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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