Siracusa e dintorni
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Portopalo di Capo Passero (Siracusa), 7 marzo 2015– Sono passati 40 anni da quando, con la legge regionale n. 1 del 01-03-1975, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Regionale n. 10 del 08-03-1975, Portopalo, dapprima frazione del comune di Pachino, vedeva approvata in sede di Assemblea Regionale la sua autonomia politica, diventando così Comune e assumendo il nome completo di Portopalo di Capo Passero.

Per la ricorrenza, è stata indetta per oggi 7 marzo 2015 a partire dalle 18.00 una cerimonia che si terrà per motivi precauzionali al Pallone Tensostatico del Comune più a sud dell’isola.  L’evento, di grande rilievo storico-politico è stato promosso dall’Assessore alla Cultura, Dott.ssa Rossella Micieli e sarà presieduto dal Sindaco Giuseppe Ferdinando Mirarchi. Invitate alla Cerimonia il Prefetto o un suo delegato, il Vescovo di Noto, alte cariche politiche, regionali e nazionali, i sindaci della provincia di Siracusa, altre personalità civili e militari. 

Nel corso della manifestazione saranno consegnati dei riconoscimenti a personaggi politici del luogo succedutesi nel tempo. Riconoscimento postumo verrà dato a colui il quale ebbe il merito, in primis, di battersi ardentemente per l’Autonomia del paese - frazione di Pachino fino al 1975 - ovvero il Dott. Salvatore Gozzo, che sarà rappresentato dalla famiglia. 

La cerimonia sarà accompagnata da un intrattenimento musicale a cura dei “2 violinisti in jeans" e dalla presenza di un grande complesso di giovani musicisti. Saranno inoltre predisposti degli stands per degustazione dei prodotti tipici locali.

"Sarà un gioioso e storico momento per tutti - dichiara il sindaco di Portopalo Giuseppe Mirarchi - che rimarcherà l'origine e la storia della nostra città, oggi da 40 anni autonoma. Confido in una grande partecipazione di pubblico, di famiglie, di giovani che desiderano scoprire le proprie origini: domani festeggeremo la festa dell'indipendenza."

Per la chiusura dei festeggiamenti previsto anche uno spettacolo pirotecnico. 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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