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Ragusa, 15 Gennaio 2018 – La scrittrice ragusana Marinella Tumino ha scritto alcuni romanzi tra cui Trame d’inchiostro - Racconti e oltre (2015), Quel treno per la Polonia, Frammenti d’anima e i racconti La soffitta incantata, A piccoli passi, Nonna raccontami una storia, e Sogno clandestino

Ora presenta ai lettori L’urlo del Danubio, Viaggio dell’anima sui binari della memoria storica in uscita tra qualche giorno da Operaincerta Editore. 

«Tocca a noi adulti (genitori, insegnanti e formatori) educare i giovani – dice – e guidarli per creare tutti i presupposti perché essi possano diventare adulti consapevoli, responsabili e attivi nella società civile».

 

Il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, esce dunque il nuovo libro, L’urlo del Danubio, Viaggio dell’anima sui binari della memoria storica

Chiediamo a Marinella Tumino che significato ha, oggi, a distanza di oltre 70 anni, scrivere un libro sulla Shoah?

– Ritengo che continuare a parlare e scrivere di Shoah possa servire, senza dubbio, a non dimenticare ciò che è stato uno dei crimini più efferati che la storia dell’umanità abbia vissuto anche perché gli ultimi testimoni, in grado di raccontare e raccontarsi, sono quasi tutti scomparsi. Spetta, dunque, ai giovani, adulti di domani, a porsi, in qualità di cittadini attivi e responsabili, attraverso un percorso di formazione storica e l’impegno quotidiano, perché una simile barbarie non si ripeta mai più. 

 

Il tuo è un viaggio immaginario che passa attraverso alcuni luoghi simbolo, da Auschwitz a Birkenau, dalla Risiera di San Sabba ai ghetti di Roma o Ferrara, intervallato da racconti e poesie. Perché hai scelto di raccontare quel periodo in questo modo?

– Mi piace molto sperimentare generi e stili. In quest’opera per la prima volta ho utilizzato più generi letterari (dal saggio storico al racconto e ai versi poetici). A dire il vero, non è stata una scelta mirata, ma mi piace pensare che, strutturandola in questo modo, un target di lettori più vasto possa approcciarsi alla lettura e, dunque, al messaggio insito in essa e alla conseguente riflessione.

 

Sei un’insegnante, quindi a contatto quotidiano con i giovani. Che idea hanno le nuove generazioni di quegli anni?

– Spesso i miei studenti mi chiedono a cosa possa servire studiare la “Storia”. Sono davvero pochi gli appassionati di questa disciplina, ma quando in classe affrontiamo le tematiche del Novecento, rimangono totalmente affascinati e pongono domande, le più disparate. Si soffermano spesso sul perché sia avvenuto un misfatto così spietato e disumano, su come l’uomo abbia potuto uccidere, violentando la dignità umana con tanta superficialità. Credo che i giovani, che spesso si mostrano coriacei e apatici, siano invece molto sensibili e fragili. Tocca, quindi, a noi adulti (genitori, insegnanti e formatori) educarli e guidarli per creare tutti i presupposti perché essi possano diventare adulti consapevoli, responsabili e attivi nella società civile.

 

Per fortuna da oltre mezzo secolo, l’Europa (a parte i Balcani), per fortuna non ha visto un’altra guerra. Credi che in futuro potrà ripetersi quello che hanno vissuto i nostri padri e i nostri nonni?

– La Storia ci insegna che nulla è scontato e che viviamo in un mondo vittima di un equilibrio precario dove il desiderio di conquista e di superiorità degli uomini verso il più debole è sempre in agguato. Basta, dunque, un soffio di vento perché possa venir appiccato un fuoco pandemico. È a fronte di questo che noi adulti dobbiamo diventare istruttori di vita ed allenatori di concordia dei giovani. 

 

Con quale genere di scrittura ti trovi più a tuo agio?

– Ho sempre prediletto leggere e scrivere romanzi. Tuttavia, da alcuni anni ho scoperto la passione per la poesia e i racconti ed è proprio con questi ultimi due generi che partecipo spesso a concorsi letterari che mi hanno dato ottimi risultati e belle soddisfazioni. In più occasioni sono arrivata finalista e in altre ho ottenuto “Menzioni di merito”. Per esempio, due dei racconti inseriti in L’urlo del Danubio, proprio nel 2017, sono risultati finalisti in due concorsi. In uno di questi sono stata premiata in Campidoglio a Roma.

 

Il tuo prossimo progetto?

– Ho già finito un romanzo sul quale ho lavorato per circa due anni. Adesso rimane un po’ in stand by e poi farò una revisione finale. Ho già in mente altri due progetti che spero di riuscire a realizzare.

 

Grazie, e buon lavoro, Marinella Tumino, siamo certi che anche questo sarà un successo per te.

 

Salvo Micciché

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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