«L’uomo nella prosperità non comprende – dice un salmo della Bibbia –, è come gli animali che periscono» (Sal 49,21) – queste alcune delle parole pronunciate venerdì scorso da Padre Raniero Cantalamessa durante l’omelia della Celebrazione della Passione del Signore presieduta da Papa Francesco in una Basilica di San Pietro vuota.
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Le lacrime sono il vino del godimento
- Argomento: Cristianesimo
Pasqua 2020, una pasqua particolare, vissuta in casa per il "lockdown" dovuto all'emergenza Covid-19. Dopo le lacrime arriva il godimento, dopo la contrizione la gioia: con queste riflessioni del dott. Enrico Spadaro (dottore di ricerca in Letteratura inglese ad Aix-en-Provence / Marsiglia) auguriamo ai lettori di Ondaiblea una serena Pasqua, di ripartenza e voglia di vita, di resurrezione e speranza (sm)
È con sensazioni di triste gioia che sembra avvicinarsi questa Pasqua, in cui quasi tutti i cristiani non possono fisicamente partecipare ai riti della Settimana Santa. Sembra quasi un paradosso, un ossimoro pronunciare queste parole, “triste gioia”: “gioia” nell’imminente resurrezione di Cristo, “triste” perché forse non totalmente vissuta.
Eppure esiste un termine greco, che racchiude un concetto forse maggiormente conosciuto nel mondo cristiano ortodosso, “charmolypi” (χαρμολύπη), che esprime al tempo stesso sentimenti di gioia (hara) e di tristezza (lypi). Si ritrova tale termine negli scritti di San Giovanni Climaco (525/575-603/650), monaco che visse quasi tutta la vita presso il monastero del Sinai. Nella sua dottrina, e in particolare nel suo scritto più celebre, La Scala della divina ascesa, vengono prevalentemente esaltati coloro che dopo aver peccato si pentono, poiché i dolori patiti permettono loro – attraverso il pentimento – di accedere alla vera “gioia” del Paradiso. Questi peccatori redenti sembrano aver provato la morte per poi essere risorti come Cristo, sono stati abbandonati e infine salvati dal Padre. Le lacrime che hanno versato sono così benedette: “Beati i sofferenti, perché essi saranno consolati”. (Matteo 5,4).
Le Case della Memoria partecipano al Dantedì del 25 marzo. Un`idea di G. Nuccio Iacono
L’idea di Giuseppe Nuccio Iacono, coordinatore dell’associazione Case della Memoria in Sicilia
Ragusa, 24 marzo 2020 - La bellezza dei versi di Dante come auspicio che si possa uscire il prima possibile dalla ‘selva oscura’ che avvolge tutto il mondo, per ‘riveder le stelle’. Il coordinatore delle Case della Memoria della Sicilia, Giuseppe Nuccio Iacono, propone l’idea di invitare tutte le realtà dell’Associazione Nazionale Case della Memoria a pubblicare, dal 25 marzo in poi, sui propri siti e social network alcuni passi della Divina Commedia.
Omaggio a Pellizza da Volpedo di Salvatore Chessari. Due opere a confronto
- Argomento: Arte
Ragusa, 2 marzo 2020 – Venerdì 6 marzo 2020, alle ore 18, presso l’Auditorium del Centro Studi Feliciano Rossitto (Via Ettore Majorana 5, Ragusa), sarà presentata la conferenza “Omaggio a Pellizza da Volpedo, di Salvatore Chessari. Due opere a confronto”. Relazionerà Paolo Nifosì, storico dell’arte.
Domenico Pisana (Caffè Letterario Quasimodo Modica) a Palermo, ospite di UniPop
- Argomento: Poesia
Modica, 28 febbraio 2020 – Domenico Pisana, poeta e scrittore modicano e Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, sarà ospite il prossimo 12 marzo, alle ore 16, dell’Università Popolare di Palermo, della quale è stato nominato lo scorso anno, con la consegna di un riconoscimento ufficiale, Socio Onorario nel corso di un apposito evento.
Rileggere Guastella: «L’Antico Carnevale della Contea di Modica»
Articolo del prof. Uccio Barone su Archivio Storico Ibleo
L’opportunità di una breve riflessione sollecitata dagli amici del Rotary di Modica mi ha spinto a rileggere “L’Antico Carnevale della Contea di Modica” di Serafino Amabile Guastella, un’ opera che finora non ha goduto di molta fortuna tra gli studiosi (con le eccezione dei contributi di Natale Tedesco e di Federico Guastella). Pubblicato per la prima volta nel 1877, riedito in una versione più castigata dieci anni dopo, questo saggio ha il pregio di documentare i caratteri originali di una festività popolare che precede la Quaresima con accenti fortemente ribellistici ed anti sistema.
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