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Scicli, 13 gennaio 2016 – Continuano le “Conversazioni a Scicli”: Sabato 16 Gennaio alle 18 presso il “Brancati” (via Mormina Penna), per iniziativa dell’associazione “Miros”, il dott. ROSARIO BLANDINO dialogherà con Franco Causarano e Giuseppe Pitrolo sul suo esordio letterario: “Alle sei del pomeriggio” (Di Nicolò Edizioni), un sorprendente e coinvolgente giallo con atmosfere fra Pietro Germi e Santo Piazzese.

 

Oltre a ciò, al “Brancati” è aperta fino al 31 Gennaio (orario 17-20) la collettiva “CARTOLINE DA SCICLI”, 27 quadri di piccolo formato (cm. 18 X 13) che reinventano la visione di Scicli, donando 27 avvincenti variazioni sul tema della cittadina patrimonio UNESCO. Si parte dalle fantasiose invenzioni di Pinelli, Rinzivillo e Musso.

Si continua con la vivacità primaverile di Barbante (“Barocco e fede”) e col gatto nel barocco di Mavie Cartia. Quindi l’incantata via Mormina Penna di Loredana Amenta e il San Bartolomeo visionario di Maria Guastella. Proseguiamo con “l’elegante preziosismo di Bracchitta, che alla monocromia del fondo azzurro accosta l’essenzialità d’un ramo in oro” (E. Mandarà).

Poi la finissima “S. Maria la Nova” di Lissandrello, la Scicli immersa nel verde di Chessari, l’intenso notturno di D’Orazio. Candiano e Diara si dedicano a San Matteo, emblema di Scicli. Giovanna Gennaro col d’après “Amore e guerra” rimanda elegantemente alla tragicità dei nostri tempi. Polizzi rende eterna “la nevicata del 2014” (Mimì non c’entra…).

Leopardiane “Le geometrie del cielo e del mare” di Sarnari. Esplodono i colori in Zuccaro (“Palazzo Spadaro”) e in Sacco (“Un pensiero cromatico da Scicli”). Ha una leggerezza vermeeriana il mare di Colombo; sembra emergere dalle acque la S. Bartolomeo di Ilde Barone; ben altre atmosfere spuntano in Di Quattro (“Paesaggio di Scicli”).

Robustelli fa risaltare espressionisticamente l’espressionismo dei mori del Beneventano, mentre Puglisi mostra la “luce e lutto” del S. Luigi della chiesa Madre. E Alessandra Scifo indugia su un puttino della stessa chiesa, dirimpetto alla quale si trova il palazzo Fava che la Rampanti anima col volo di una (bladerunneriana?) colomba. Salvo Barone e Messina si concentrano sui “Mulici”: il primo sui mori, il secondo sulla statua della onirica Madonna a Cavallo. 

 

Giuseppe Pitrolo

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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