Siracusa e dintorni
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Palazzolo Acreide, 16 maggio 2016 – Un percorso culturale e uno scambio di esperienze tra amministrazioni e istituzioni scolastiche italiane ed estere. 

Il Festival internazionale del teatro classico dei giovani è anche questo. Domenica a Palazzolo nel giorno dell’inaugurazione della manifestazione il sindaco di Versailles François de Mazières, con la moglie Christine e la figlia, ha assistito allo spettacolo messo in scena dall’Accademia di teatro “Aidas” che ha rappresentato “Gli uccelli” di Aristofane. Ad accogliere il sindaco della città francese sono stati i rappresentanti del Comune di Palazzolo, il sindaco Carlo Scibetta, il vice sindaco Luca Russo, il consigliere comunale Giuseppe Valvo.  Ed è stato avviato un percorso che, nella volontà dell’amministrazione di Palazzolo potrebbe portare, ogni anno, all’accoglienza delle delegazioni che arrivano dai vari paesi italiani ed esteri. 

“Un’esperienza questa che va oltre il Festival dei giovani: è un modo per creare le premesse per rapporti più duraturi – ha sottolineato il sindaco Scibetta - per ospitare le delegazioni all’Ostello di Palazzolo, di prossima apertura, e avere uno scambio di esperienze con l’Accademia dell’Inda e le scuole locali”. La delegazione della città francese ha visitato anche palazzo Vaccaro, dove si stanno completando i lavori di ristrutturazione. Nei prossimi mesi, infatti, è prevista l’apertura dell’Ostello e dei locali che dovrebbero ospitare la scuola di teatro. 

“Con il Festival dei giovani – ha aggiunto il vice sindaco Russo – Palazzolo si inserisce a pieno titolo in una rete di scambi internazionale, che fonda le sue radici sul teatro e guarda alle arti di ogni genere. L’incontro con la delegazione francese segna l’inizio di un nuovo percorso intrapreso dall’amministrazione comunale, da consolidare e rafforzare nel corso degli anni con le istituzioni che raggiungeranno la nostra città, al fine di far crescere il Festival e far diventare Palazzolo centro internazionale delle arti e del teatro”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

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