Ragusa, 27 dicembre 2022 — Ci sono posti sconosciuti anche a chi abita nella stessa provincia, posti che raccontano il tempo...
A Monterosso Almo ogni angolo suggestivo sembra venir fuori per la prima volta agli occhi del visitatore. È qui che ben si ambienta il presepe vivente, tra grotte naturali e antiche case imbiancate di calce, dai tetti di canna e gesso e le stradine scoscese in cui vecchi lavatoi di pietra raccolgono ancora l'acqua.
Il tempo che si ferma racconta antichi mestieri e antichi sapori per lo stupore di grandi e piccini, ignari questi ultimi della vita che i loro antenati qui solevano condurre: un braciere per riscaldarsi, un forno a legna per cucinare, le amache nelle alcove sopra i letti dai materassi alti imbottiti di crine, il telaio per finire l'ultima "cutra" per il corredo nuziale della figlia, il vasellame di terracotta con qualche rammendo e sbeccatura, il calderone con l'olio vecchio, la potassa e l'aloe per preparare il sapone di casa, la dispensa con le salsicce, l'olio buono, il vino nella botte accuratamente riparata dal "vuttaru" maestro ai tempi molto ricercato, le ceste di vimini o di rami di ulivo utili per il pane o per altri alimenti come le olive nere, le noci, le nocciole.
E se in questa atmosfera quasi fiabesca si incontra anche una grotta naturale con mangiatoia è lì che l'ambientazione della Natività appare quasi reale e obbligata. Duemila visitatori in una sola sera hanno "assaporato" questo tempo senza tempo che ogni Natale ci fa rivivere in una location dal gusto antico.
Giovannella Galliano