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  • Rubrica: Incontro con l`arte (Michele Digrandi)

Solitario silenzio - Acrilico su tela, cm. 70x50, 1997

Ho bisogno di silenzio

 

Ti chiedo silenzio

mi chiedo dove sia.

Il rumore del mondo

mi imprigiona

mi svilisce

mi avviluppa

nel suo labirinto di falsità.

 

Ho bisogno del tuo silenzio, Signore.

 

Posso incontrarti

solo nell’abisso del mio nulla,

alleggerito

dal silenzio della mente,

dove i pensieri trovano riposo

cullati

nell’abbraccio d’amore

con cui accarezzi il mio spirito.

 

Maria Giovanna Cataudella

                                                                                             

(Dalla Silloge M. Giovanna Cataudella, “Dal Cuore della Preghiera” – Versi di Speranza, Libro Italiano Edizioni, 2002)

 

 

Solitario silenzio - Acrilico su tela (1997)

 

L’originale opera, realizzata con colori acrilici su tela, intitolata “Solitario silenzio” riesce, subito, ad immergere l’osservatore in un percorso interiore, occupato da un innaturale silenzio cosmico...
Sembra di volare all’interno della profondità dell’essere, ove non esiste né rumore, né preoccupazione, né alone di oscuro pensiero. Ma gli avidi occhi, sempre assetati di stimolanti sensazioni, si svegliano dall’iniziale torpore e, dopo aver varcato la visione del muro a secco, che delimita un campo, rivestito da un aureo tappeto di grano, si imbattono nel flusso di immagini raffiguranti un tipico paesaggio della campagna ragusana.

Il giallo intenso e denso delle spighe mature, che diventa sempre più tenue vicino alla linea che separa il seminato dal lontano altopiano, fa   da luminoso giaciglio ad un solitario carrubo che un vento turbinoso ha piegato, senza spezzare, fino al suolo. Esso, con la sua folta chioma e con i suoi ramati rami, getta la   bruna ombra a terra, rinforzando la sua centralità tematica, così da indurre il fruitore del quadro non solo ad immedesimarsi nella condizione di caduta e di sopravvivenza alle intemperie della vita, ma anche, a ricordare il senso di solitudine tipico dei momenti travagliati e, soprattutto, la forza, offerta dal buon Dio, nel rialzarsi...

Il nastro di nube, bianca cornice di una fertile e incontaminata natura, si allunga parallelamente alle pennellate cromatiche che si susseguono, in senso orizzontale, (muretto, ramoscelli, ombra, confine), mettendo in risalto il nitore rasserenante di un cielo estivo, che si lascia impreziosire da soffi di luce (aiuto divino).

Contemplare questo  dipinto,   allora, non significa   solo perdersi nella quiete sensoriale, ispirata dalle armoniose  gradazioni di colore del territorio rurale ibleo,   significa, innanzitutto,  raggiungere una consapevole  coscienza  sia della Bellezza del Creato, quale testimonianza  della  sicura presenza divina,  sia pure della necessaria accettazione del  mistero della Croce (albero piegato),  che con l’ausilio di  una silente  fede, (paesaggio) apporta la pace spirituale e la salvezza dell’anima.


Giovanna Cappuzzello

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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