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  • Rubrica: Incontro con l`arte (Michele Digrandi)

Michele Digrandi, tre opere: Triste realtà, Acrilico su tela cm. 70x50 (1986); Verso la vita, Acrilico su tela cm. 40x30 (1986); Sì... Rinasce, Pastello su cartoncino cm. 50.2x35.2 (1993)

 

L’inquinante, l’idillio

di Emanuele Mandarà (seconda parte)

 

[…] Per il resto, emergono i dati distintivi che nell’opera di Digrandi già sono enucleabili nella sua protesta civile a cospetto della corruzione della natura, nell’accostare - a non retorica denuncia - l’idillio e l’inquinante. E sono ora polipose radici di piante semiscerpate eppure atte a trar vita da superstiti linfe e vene e sangue; ora subissi cosmici nel cui sobbollimento, tra venefiche schiume, ventose di tentacoli titanici avviluppano un astro degradato, intanto che una trota, quando annerata quando iridescente, balza verso salvezze disperate; ora carrubi forti, teorie di muri a secco, stacchi e riquadri delle alture iblee, accesi e scabri insieme, con addossati ammassi di pattume; ora un novello Atlante; ora una testa esplosa dal suo guscio - la Vita malgré tout -  e altri esseri che assistono alla nascita: mosconi, farfalle, qui appoggiati alla scorza, altrove lungo i muri sopra detti, talvolta statici talvolta dando idea della scalata di un argine inibente, verso la libertà, verso il riscatto.

          E in più ricorsi la mela, qua posata su un masso, là nei pressi di un baratro, asciutta o imperlata di gocce (terse e quasi tangibili), primevo e irrecusato allettamento. Vicino, il suo compagno subdolo, il serpe edenico, emblema d’ogni insidia ammaliatrice.

          Acrilico o matita, seppia, penna o pastello, Digrandi passa con uguale destrezza all’impiego dello strumento espressivo, compiaciuto magari del tratto hyper, della plasticità virtuosa del dettaglio cui sa in non pochi momenti pervenire. Inoltre si determina al “trapianto”, che altro non è che una sovrapposizione-collage, riquadro dentro il quadro, fictio di puntine di fissaggio compresa: interventi, se non ironici, miranti in ogni modo all’allusione ad intrusioni esterne fin nel tuo intimo.

          E ciò a tutto colore, a tutta luce, non senza tocchi tenui d’elegia.

 

Ragusa 10 Novembre 1990.

Da La provincia di Ragusa, Anno V, n. 6, 6 Dicembre1990 — Risveglio 2000, anno XV, n. 27, 10 luglio 1999.

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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