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  • Rubrica: Incontro con l`arte (Michele Digrandi)

Visioni e ricordi cromatici su supporti da riciclo 1 (2016) — Olio su cartoncini incollati su M.D.F. cm 64x47

 

Perché dipingere su materiali da riciclo

Da sempre, nelle mie opere grafico-pittoriche, ho trattato le tematiche e le cause di tutte le tipologie di inquinamento ambientale, che quasi sempre hanno dato fastidio o non sono state adeguatamente comprese, perché causate principalmente dalla nostra incuria, dal non rispetto e dallo sfruttamento sfrenato delle risorse naturali, impoverendo e così limitando la potenza rigeneratrice del Creato, che è solo “bellezza, luce e armonia”.

Ho anche cercato di estraniarmi da ciò cercando nel mio piccolo, di esaltarne solo la bellezza e stimolare ognuno di noi, verso la cura e il rispetto dell’ordine naturale e principalmente del nostro territorio, come ha evidenziato, nei miei confronti, il compianto poeta Emanuele Mandarà, in un suo circostanziato e puntuale testo critico, che molto spesso riprendo le tematiche che passano “…dall’inquinante all’idillio...”.

Penso che ognuno di noi abbia dentro sempre qualcosa che, inconsapevolmente, e non ho la pretesa di essere né il solo né l’unico, a cui ritorna in mente questa motivazione per suggerirci a riprendere le stesse antecedenti terribili tematiche espressive, con i mezzi ad ognuno più congeniali e che, come in questo caso, gli stessi drammatici temi, anche se in modo nuovo e sfruttando e utilizzando materiali diversi e di riciclo.

Per questo motivo dal 2016, è nata questa nuova serie, che ancora continua, di “visioni e ricordi cromatici su supporti di riciclo”, su cui ho fissato in alcuni in modo rapido, mentre in altri dopo qualche riflessione, “luoghi, ricordi e colori”, che la diversa superficie concretizzata ogni volta mi ha suggerito.

Perciò, ho cercato di rivitalizzarli in questo modo, perché altrimenti tale genere di diversi supporti, se non riutilizzati, sarebbero finiti in discarica…

Michele Digrandi

 

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Visioni e ricordi cromatici su supporti di riciclo 1, di Michele Digrandi

È forse una strana finestra che contiene finestrelle più piccole? Il fruitore si chiede osservando l’opera in esame.

Essa si trova quasi sospesa nell’atmosfera, tra cielo e mare e sembra contenere varie sezioni da cui potersi affacciare, in un volo temporale tra i ricordi delle passate vacanze, per ammirare il sacro connubio tra aria e acqua, rappresentato in diversi momenti di una tersa giornata d’estate.

Mentre in alto a destra fa capolino la candida luna, più in basso a sinistra, nella fessura più stretta, si intravede il rosso fulgore del sole, raffigurato nel suo irreale tentativo di oltrepassare l’angusta apertura per potere inondare, di calda luce, l’universo intero.

Eppure, all’artista bastano semplici cartoncini incollati e dipinti per bloccare questa ondata di energia infuocata, come se egli volesse controllarla e stemperarla nel purificante e rasserenante gioco di fredde tonalità del blu.

 

Giovanna Cappuzzello

 

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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