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  • Rubrica: Incontro con l`Arte (Michele Digrandi)

Fuori dalla forma - Acrilico su compensato cm. 62,3x98,9 (1999-2000)

Forse è un fiore... - Acrilico su tela cm.  50x50 (1999-2000)

 

La magica sensazione di andare fuori dalla forma…

Più cerco di farlo uguale e più mi viene diverso!

Più cerco di farlo diverso e più mi viene uguale! 

Michele Digrandi

 

 

Fuori dalla forma…

Michele Digrandi è partito nella sua ricerca espressiva da terre conosciute; sono infatti i paesaggi a noi più familiari ad essere divenuti, in principio, oggetto e soggetto delle sue sperimentazioni artistiche.

I muri a secco sbiancati dal sole offerti all’occhio di chi guarda nelle loro trame più o meno regolari, i possenti carrubi nodosi e frondosi indagati con attenzione scientifica per registrare ogni ramo, ogni foglia colpita dal sole, ogni nodo e prominenza dei fusti potenti e tormentati e poi i cieli tersi e il mare, il nostro mare colto come appare nelle più assolate giornate estive.

Una luce ferma, alta, abbacinante, colpisce ogni cosa, inonda lo spazio, annulla ogni moto, ogni suono, rende un senso di stasi, quasi di attesa.

Ci si accorge subito che oltre a questa realtà copiata con accuratezza meticolosa, l’artista ci mostra una realtà “altra” che vive in parallelo con la prima suggerita appena nei titoli inquietanti e misteriosi delle sue opere.

A tutta prima noi spettatori possiamo risultare spiazzati ma presto ci ritroviamo affascinati da ciò che vediamo e dimentichiamo di chiederci quali potessero essere le intenzioni dell’artista.

Michele Digrandi si muove chiaramente dal passato, ci fa venire in mente l’arte dei pittori surrealisti, ma è al futuro che guarda.

Presto infatti devia dalla tradizione, si mette in discussione, riprende la sua ricerca. Ed ecco che la mimesi della natura è presto superata, e di essa rimane solo un’eco in un fiore (“forse è un fiore…” ci avvisa lui stesso in un titolo), trascende la realtà, cede all’impulso, allo sfogo spontaneo, giunge nel campo del colore e un’enfasi cromatica invade lo spazio della tela prendendo il sopravvento, tutto ora è colore, energia pura, espressiva, dinamica. 

Maria Elena Mossuto

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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